Immagine: Pergola bioclimatica Maestro di Corradi srl
Il ‘dehors’ tra necessità e comfort
Questa parola dal fascino esotico, mutuata dal francese, connota lo spazio esterno, ma nel tempo è diventata un tecnicismo utilizzato per definire gli spazi esterni arredati di hotel, ristoranti, bar e caffè, in relazione alle norme che ne stabiliscono le regole per l’utilizzo.
Il ‘dehors’ oltre la stagionalità
La situazione è cambiata soprattutto negli ultimi anni, dal 2020 in poi.
Durante l’emergenza e le restrizioni molte persone si sono trovate nella necessità di restare all’esterno e i ristoratori si sono prodigati in soluzioni alternative. All’inizio erano soluzioni di fortuna, che hanno poi generato – oltre agli adeguamenti di legge – una ricerca del comfort, dell’estetica e della funzionalità.
Il ‘dehors’ ha così smesso di essere vincolato alla stagionalità grazie a una serie di elementi che permettono di riscaldare gli spazi all’aperto – stufe, pompe di calore, riscaldamento a pavimento, lampade elettriche riscaldanti, funghi a gas, sistemi di riscaldamento a irraggiamento con raggi infrarossi – e a strutture che consentono di chiudere e delimitare gli spazi – verande, vetrate a scorrimento, pergotende, pergole bioclimatiche – che riparano dal vento e dalle intemperie.
Perché dedicare attenzione e cura al ‘dehors’?
«I ‘dehors’ hanno ridato vivibilità e sicurezza a molti spazi urbani – ha dichiarato Luciano Sbraga, vicedirettore di Fipe Federazione italiana pubblici esercizi – Sono apprezzati dai cittadini e, se ben gestiti e normati, danno l’immagine di una città sempre più accogliente e consentono di migliorare la qualità della vita di tutti. Sono uno spazio pubblico, non estraneo alla città, ma parte del tessuto urbano e che dà valore a questo spazio. Gli spazi esterni non sono un’appendice dell’attività, ma un modo nuovo di vivere la convivialità.».
Di sicuro i ‘dehors’ hanno reso più accoglienti le nostre città storiche e località turistiche anche agli occhi dei visitatori stranieri, lieti di trovare spazi gradevoli in cui ristorarsi e riposare per una consumazione, un aperitivo o un pranzo in compagnia.
A fine settembre ‘23 il settore HoReCa ha tirato le somme, giungendo alla conclusione che l’Italia si è rivelata ancora una volta un polo di attrazione per milioni di persone: oltre 70 milioni di turisti hanno generato un volume d’affari di oltre 46 miliardi di euro, il 5,5% in più rispetto all’anno precedente.
È il momento giusto per cogliere l’occasione di utilizzare il ‘dehors’ come una potente leva per incrementare il fatturato del settore.
Fino a dicembre 2024 via libera ai ‘dehors’
Dopo che il 19 dicembre 2023 il DDL ‘Concorrenza’ è diventato legge, i ‘dehors’ saranno liberi dall’autorizzazione paesaggistica nei centri urbani e nelle città storiche fino al 31 dicembre 2024. Sarà perciò possibile installare liberamente senza richiedere e ottenere l’autorizzazione paesaggistica, sia elementi di arredo urbano, che attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni, funzionali all’attività di ristorazione e somministrazione di bevande e alimenti. Tutti gli esercenti potranno utilizzare temporaneamente anche porzioni di aree non private, senza pagare il canone di occupazione del suolo pubblico.
Lo snellimento burocratico ha l’intento di mantenere il modello di consumazione all’aperto che durante la pandemia ha permesso la sopravvivenza di molte strutture e incontrato il favore del pubblico.
E a Venezia? Ti serve l’esperto!
L’apertura che vale ovunque in Italia, a Venezia presenta delle eccezioni.
Nel centro storico di Venezia e nelle isole sembra sia ancora in vigore il divieto di rilascio di ampliamenti o di nuove concessioni di suolo pubblico, in base alla delibera della giunta comunale numero 342 del 7 novembre 2018, prorogata fino al 31 dicembre del 2026 con delibera della giunta comunale numero 294 del 29 dicembre 2023.
Oltre a norme estremamente rigorose riguardanti l’utilizzo dei plateatici esiste anche un preciso catalogo, secondo quanto previsto dall’articolo 8 della delibera della giunta comunale 259 del 7 giugno 2012, che elenca gli elementi di arredo utilizzabili all’interno delle aree date In concessione. Il catalogo riporta l’elenco di una serie di ombrelloni, tavoli, sedie, porta menù e vasi porta piante, che sono stati vagliati e approvati dalla commissione arredi.
Si tratta di un documento dinamico, che può essere integrato, ma nel caso in cui vengano inseriti elementi di arredo non conformi all’elenco, si dovrà presentare una specifica richiesta in cui l’elemento dovrà essere illustrato in un’apposita relazione tecnica allegata.
Organizzare il ‘dehors’
Organizzare il ‘dehors’ vuol dire progettare il benessere e il comfort dei clienti: pensare alla pavimentazione, all’arredo, alla protezione perimetrale, alla copertura, gestire con armonia tutti gli elementi, nel rispetto dell’immagine del locale di cui il ‘dehors’ è parte integrante.
Il ‘dehors’ smette così di essere considerato un’appendice esterna e ‘altra’ dal locale, per diventare un vero e proprio luogo di accoglienza dedicata al godimento della natura o del contesto storico e paesaggistico; un luogo che va concepito e arredato con lungimiranza, competenza e con una precisa strategia.
Immagina lo spazio ideale
Lo spazio ideale è quello in cui ci si sente accolti e in cui l’intimità è tutelata.
È possibile questo in un locale che ospita molte persone?
Il mercato propone strutture, attrezzature e accessori per le quattro stagioni, che soddisfano le più svariate esigenze: si tratta di conoscerne le caratteristiche e i vantaggi.
Per garantire privacy e intimità ci sono innumerevoli soluzioni che si possono adottare: dai corner e mini corner appositamente attrezzati, alle isole con separé, ai paraventi modulari.
Immersi nella natura, in comunicazione con la storia
L’integrazione armoniosa nella natura e il rispetto dell’ambiente circostante sono centrali quando si vuole offrire ai propri clienti la migliore e più indimenticabile esperienza: una vista panoramica andrà esaltata e non mortificata, così come particolari elementi architettonici della struttura andranno valorizzati per raccontarne la storia, a volte anche utilizzati per inserirvi dei moduli di arredo. Questo permetterà di personalizzare al massimo il risultato, anche utilizzando elementi standard e ottimizzando il rapporto qualità/prezzo.
Conquistati dal colore
Il layout del locale è fondamentale e va rispettato perché l’armonia e la coerenza generano benessere e portano le persone a fidarsi del messaggio che si comunica. Saper dosare il colore e gli elementi dell’illuminotecnica, oltre a produrre un gradevole effetto estetico, permette di predisporre la clientela nello stato d’animo adeguato a godere al massimo delle offerte del locale.
I colori vivaci portano allegria, gioia, euforia.
Quelli tenui inducono al relax e all’introspezione.
Il tempo per amico
Il tempo può essere un amico a condizione che si sia in grado di gestire anche condizioni meteo avverse. Naturalmente non stiamo parlando di condizioni estreme e di situazioni il potenziale pericolo, ma adeguate strutture che proteggono dalla pioggia o dal vento, consentono alle persone di godere anche dello spettacolo che la natura ci regala in un giorno di pioggia, durante un temporale estivo o di fronte a un mare in burrasca.
Per non parlare dell’acqua alta veneziana, uno dei fenomeni più fotografati e amati dai turisti che, incuranti dell’umidità e dei disagi si godono uno spettacolo unico al mondo, magari dalla terrazza panoramica di un hotel.
La tecnica e l’innovazione come alleate
Nel ricco panorama di opzioni è importante avere un occhio di riguardo per le innovazioni tecnologiche che, nel rispetto delle norme di sicurezza, permettono il massimo confort, la funzionalità e l’estetica.
Il design elegante si deve accompagnare alla compatibilità ambientale, alla sostenibilità, alla resistenza al vento, agli agenti atmosferici, alla corrosione.
Il ‘dehors’ della minoranza: Gli spazi esterni per i fumatori
Malgrado leggi sempre più rigorose i fumatori continuano a coltivare la loro passione (che qualcuno vede come vizio), anche se gli spazi a loro riservati sono sempre più esigui e ridotti. Di solito sono costretti a stare all’esterno dei locali, spesso in piedi o in mezzo alla strada, ma da marzo 2023 è stato dato lo stop al fumo anche nei ‘dehors’.
Niente più sigarette, sigari, pipa, nemmeno all’aperto.
La legge n. 3 del 2003 all’articolo 51 ha introdotto dal gennaio 2005 il divieto di fumare in tutti i locali diversi dalla privata abitazione, ad eccezione di quelli appositamente attrezzati con gli impianti di ricambio aria e indicati da appositi cartelli. L’articolo 51 dice espressamente «per ciò che concerne l’ambito oggettivo di applicazione della norma, essa applica il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, pubblici e privati aperti ad utenti o al pubblico.».
La legge ed il divieto riguardano i locali, mentre è possibile fumare all’aperto, ma un ‘dehors’ quanto deve essere aperto? Se è chiuso sui quattro lati e sulla parte superiore sarà considerato come un locale in cui il divieto sarà in vigore. Se è aperto sui lati si può, ma esistono molte variabili in cui non resta che affidarsi al buon senso. I criteri possono essere la grandezza e la profondità del ‘dehors’ e la prevalenza dell’’aperto’ rispetto al ‘chiuso’.
Con gli spazi separati anche all’aperto i locali si troveranno a dover scegliere: fare i conti con problemi di spazio o vietare il fumo?
Non entriamo nel merito della norma, ma sta di fatto che attrezzare un ‘dehors’ con uno spazio fumatori confortevole è un’opzione che va considerata perché permette di prendersi cura anche di una nicchia specifica di clienti che ha esigenze particolari e apprezzerà che le venga riconosciuto uno spazio consono.