Proseguiamo il nostro viaggio di approfondimento nella visione architettonica delle interazioni tra natura, tecnica e comunità, con una raccolta di progetti presentati negli spazi dell’Arsenale in occasione della Biennale di Architettura 2021.
Seguendo il manifesto del “vivere insieme” con approccio alternativo, il percorso ci guida attraverso progetti strettamente connessi all’identità culturale dei popoli, al cambiamento climatico e alle nuove migrazioni, ma anche mettendo in discussione l’artefatto architettonico stesso. L’architettura imposta si scontra con l’architettura auto-generativa degli spazi sociali: è proprio attraverso il vivere, che i luoghi evolvono e si riorganizzano in un’ottica comunitaria.
Il rapporto con la tecnologia, che siamo stati costretti ad assimilare in maniera sempre più rapida negli ultimi anni, si riflette in provocazioni ed installazioni concettuali, che esplicitano la relazione tra spazio vissuto ed interazione con il digitale.
I progetti si concretizzano in proposte di co-housing, spazi privati che si ibridano con spazi comunitari, mantenendo il background comune della sinergia con la natura, insieme ad interessanti studi su texture e materiali che diventano protagonisti, identificandosi con l’aspetto formale complessivo.
Nell’opera Grove, dell’artista e designer canadese Philip Beesley e il Living Architecture Systems Grou, il luogo architettonico si dissolve lasciando spazio ad un paesaggio sonoro tridimensionale, in cui luci, trasparenze e rumori definiscono un architettura vivente metamorfica che apre l’esperienza ad una prospettiva nuova.
Continua a seguirci nel nostro viaggio tra architettura, design, luce, colore, arte e psicologia. Se ti sei perso qualche articolo del contenitore culturale di Obbiettivo Arredo, puoi ritrovarli qui: www.obbiettivoarredo.it/tag/cultura/